Quando faccio i corsi parto da lontano.
Mi piace dare un senso alle cose, collocarle in un contesto.
Così comincio con l’articolo 1, quello della Costituzione.
L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro.
Che se dicevano L’Italia è una Repubblica democratica aveva comunque il suo valore, invece han detto che è fondata sul lavoro.
E all’articolo 4 ti dicono che La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto e che ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
Io lo so che all’articolo 4 ci sono un sacco di commenti e me li aspetto.
Facciamo un po’ di retorica e andiamo avanti.
Articolo 32 La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e qui ci sta tutta la storia del peso sociale degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali.
E finisco con l’articolo 41. Esatto. Quell’articolo lì, quello che han sentito al telegiornale, quello di cui si parla qualche volta sui giornali.
L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
E lì si capisce che la libertà ha dei limiti.
E no. Non è quello che avete letto sui giornali.
Per la prima volta questa sera uno di loro mi ha fermato lì, tra l’articolo 41 e il 2087 del Codice Civile (1942).
“Sì però questa roba è ora di cambiarla”.