Il vecchio della piscina, quando tu sei lì che ti avvicini a bordo vasca – e c’hai già su la cuffia e stai per infilarti gli occhialini e dai un’ occhiata intorno per identificare la corsia meno affollata -, il vecchio della piscina ti inquadra, ti legge nel pensiero, smette di nuotare, ti punta e ti apostrofa a voce altissima:
– VORRÀ MICA ENTRAR QUI CHE SIAMO GIÀ IN TRE, EH?
Il vecchio della piscina, quando tu sei lì che ti vai a fare la doccia – e ci siete solo tu e lui, e tu hai appena appeso l’accappatoio e stai per infilare il gettone e selezionare la doccia -, il vecchio della piscina (che per un’abitudine contratta in caserma negli anni ’40 prima di farsi la doccia si insapona dalla testa ai piedi usando i lavabo) nudo come un bego e coperto di schiuma ti inquadra, ti legge nel pensiero, smette di insaponarsi, ti punta e ti apostrofa a voce altissima:
– VORRÀ MICA PRENDERE LA PRIMA DOCCIA A SINISTRA SUBITO DIETRO IL MURETTO, EH? NO, PERCHÉ QUELLA LA PRENDO IO!
Il vecchio della piscina, quando tu sei lì che hai scelto la tua corsia e inizi a nuotare, capita che ti accorgi all’ultimo momento che ce l’hai davanti che nuota e che porca troia non lo avevi riconosciuto, un po’ perché sei miope come una talpa e un po’ perché adesso non è che sei in grado di riconoscere tutti i vecchi di Piacenza dal colore della cuffia. Ma il vecchio della piscina c’ha che lui non è capace di nuotare: è una roba strana, è come se si limitasse a galleggiare facendosi portare dalla corrente, agitando nel frattempo gli arti in modo scoordinato e parossistico, a mo’ di grottesca e simultanea imitazione di tutti e quattro gli stili. Il guaio è che oggi siete in quattro in questa fottuta corsia, e ti capita di dover nuotare con davanti una boa di carne che ti rallenta, ti rompe il ritmo e che risulta insuperabile, un po’ per quel suo muoversi imprevedibile e laocoontico che prende l’intera larghezza della corsia, un po’ perché il pericolo di schiantare la capoccia contro un nuotatore proveniente in senso inverso è reale. E allora fai le tue vasche, ma con il doppio del tempo e il triplo della fatica.
Il vecchio della piscina, quando tu torni ansimante nello spogliatoio, te lo trovi lì in bagno già nudo come un bego e tutto insaponato, ché è uscito tre minuti prima di te. Tu entri nella doccia, selezioni il getto sotto il suo sguardo indagatore (non sia mai che selezioni la prima doccia a sinistra) e ti godi il calore dell’acqua sul corpo affaticato. Shampoo, bagnoschiuma, ti sciacqui e stai ancora un po’ lì a goderti il getto sulla pelle. A un tratto MA DOVE CAZZO VA MESSO IL GETTONE?!, ti volti, vedi il vecchio della piscina che armeggia col macchinozzo, capisci che gli ha mangiato il gettone che lui ha infilato in una fessura impropria e al colmo dell’agitazione e dell’incazzatura lo vedi tirare un bel pugno sulla scatola metallica. La centralina elettronica non la prende benissimo, legge il cazzotto come un atto ostile e si vendica nell’unico modo possibile, andando in tilt.
E sospendendo l’erogazione dell’acqua.
E così tu resti sotto la doccia ormai arida, bello sciacquato ma frustrato nel tuo desiderio di goderti ancora qualche minuto di quel tiepido relax. Dai un’occhiata al vecchio della piscina, sempre nudo come un bego e nascosto da un nuvolone di schiuma, che comincia a urlacchiare MA COS’È SUCCESSO? CHE CAZZO È SUCCESSO? Non lo degni di una risposta, indossi il tuo accappatoio e ti vai ad asciugare e rivestire nello spogliatoio.
Il vecchio della piscina ti segue sciabattando e spargendo schiuma dappertutto. MA ADESSO COME CAZZO FACCIO, ti chiede, COME CAZZO FACCIO. Eh, non so, gli rispondi. PUÒ MICA CHIAMARE QUALCUNO? Certo, vecchio, adesso, appena esco. Ma te la prendi comoda. Ti asciughi, ti foni, ti vesti, accompagnato come un mantra dall’urlacchiare del vecchio della piscina, che nudo e insaponato fa la spola tra le docce e lo spogliatoio continuando a ripetere NO PERCHÉ QUI C’È GENTE CHE È BAGNATA E COMINCIA A AVER FREDDO. Ma con ogni evidenza ci siete solo tu e lui, e tu sei asciutto.
Chiudi la borsa, tiri fuori le chiavi della macchina e il vecchio della piscina ti segue per lo spogliatoio ripetendo per l’ultima volta il suo verso: QUI C’È DA CHIAMARE QUALCUNO, QUANDO VA FUORI CHIAMI QUALCUNO CHE QUI C’È QUALCUNO CHE HA FREDDO. Ma certo, vecchio, gli rispondi, tranquillo.
Chiudi la porta dello spogliatoio che ancora lo senti berciare.
Passi davanti la cassa, Buongiorno, Buongiorno, grazie, alla prossima. Vai avanti, ma poi ci ripensi, ti fermi e torni indietro. Scusi. Dica. Il mio abbonamento scade a fine maggio. A giugno si può fare l’abbonamento per la piscina scoperta? No, mi dispiace, non è previsto. Capisco. Va bene, arrivederci. Arrivederci.