SPAZIO-TEMPO

Ti ricordi quando andavi a scuola?
La sera preparavi la cartella e i vestiti sulla sedia e al mattino tenevi il posto occupato per l’amica e guardavi l’orario per sapere se sarebbe stata una giornata pallosa oppure divertente.
Ti veniva da ridere per ogni cazzata e c’era sempre quello che faceva le caricature di insegnati e compagni. Ti sudavano le mani perché c’era il compito in classe e sbirciavi il foglio del vicino cercando risposte o conferme.
E poi ci si trovava dopo scuola per spettegolare sui compagni e ridere e fumare.
Ritrovarsi con 40 professionisti chiusi in un’aula per 15 giorni è stato come essere proiettati in una classe numerosa delle medie.
C’era la secchiona, il polemico, il cazzone, la più bella della classe, i gruppetti, l’insicura, il bullo e il cascamorto. C’erano le ipotetiche coppiette, quelli che si stavano sul culo, quelli che volevano essere simpatici a tutti. C’era quello che “io sono appena tornato dall’America” e quella che “insomma, fate silenzio”. C’era tutto un meraviglioso microcosmo di personaggi che nella vita son gente serissima con un sacco di responsabilità e che in quella stanza erano solo ragazzini brufolosi.
C’ero io che non so perché ma gli altri pensano che ne so e invece io penso di non saper mai niente.
E c’era Ferrara. Che io in un posto così ci potrei vivere per sempre. Per. Sempre.

CONTESTAZIONI E CONTESTI

Quando faccio i corsi parto da lontano.
Mi piace dare un senso alle cose, collocarle in un contesto.
Così comincio con l’articolo 1, quello della Costituzione.
L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro.
Che se dicevano L’Italia è una Repubblica democratica aveva comunque il suo valore, invece han detto che è fondata sul lavoro.
E all’articolo 4 ti dicono che  La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto e che ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
Io lo so che all’articolo 4 ci sono un sacco di commenti e me li aspetto.
Facciamo un po’ di retorica e andiamo avanti.
Articolo 32 La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e qui ci sta tutta la storia del peso sociale degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali.
E finisco con l’articolo 41. Esatto. Quell’articolo lì, quello che han sentito al telegiornale, quello di cui si parla qualche volta sui giornali.
L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
E lì si capisce che la libertà ha dei limiti.
E no. Non è quello che avete letto sui giornali.
Per la prima volta questa sera uno di loro mi ha fermato lì, tra l’articolo 41 e il 2087 del Codice Civile (1942).
“Sì però questa roba è ora di cambiarla”.

ERMETICA MENTE

Io lo so che tanto non si capisce, ma voglio scriverlo lo stesso.
Le cose brutte che dite di me.
Ecco. Quelle cose che raccontate tra di voi, quelle che poi quando arrivo state in silenzio.
Quelle cose lì non mi riguardano.
Sono commenti relativi all’idea che voi avete di me. Non sono me.
E quindi non mi riguardano.
E’ solo che a volte avverto l’urgenza di aver attorno gente che ama un po’ di più quello che veramente sono.
Gente che sa andare oltre i modi e coglie i significati.
Gente che sospende il giudizio e ascolta.
Allora quando succede, quando capita l’occasione di poter stare con gente così, sono contenta.
Ma proprio tanto.
Sinceramente.