Ci portava mia zia, che era l’unica che non lavorava.
Partivamo nel primo pomeriggio e scendevamo a piedi. Lei davanti e sei bambini urlanti dietro che scendevano la collina tagliando per i campi.
Già il viaggio era una festa: si andava al Trebbia.
Si andava a fare il bagno sotto il ponte o vicino al mulino, che c’erano i sassoni da cui si potevano fare i tuffi.
E l’acqua era gelata, i sassi scivolosi e non ci si poteva stendere a prendere il sole perché non c’era altro che ciottoli lì attorno. Una festa.
La zia teneva il conto del tempo: non si entrava in acqua se non erano passate tre ore dal pranzo. Poi sedeva all’ombra su un sasso grosso con il suo grembiule a fiori abbottonato davanti e ci curava mentre noi entravamo e uscivamo dal fiume in continuazione.
E quando lo diceva lei si usciva tutti dall’acqua, ci si toglieva il costume bagnato, si infilavano le mutande e si tornava a casa, scarpinando per i campi, in salita fino a casa.
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STORIE DI PROVINCIA
L’amministrazione assegna alla parrocchia 4 mila metri quadrati di verde in comodato d’uso gratuito fino al 2025; è prevista la realizzazione di un campetto polivalente e di una struttura idonea per feste parrocchiali. I residenti della zona avviano una raccolta firme reclamando l’utilizzo pubblico dell’area e si organizzano in un Comitato “In difesa del verde pubblico”. L’amministrazione sospende la pratica.
I residenti appendono striscioni ai balconi e nell’area verde contesa; i vigili li fanno togliere. Organizzano proteste di fronte alla chiesa in coincidenza con gli orari delle messe; il parroco fa suonare le campane per coprire gli slogan dei manifestanti. Intanto la Circoscrizione si schiera col parroco, il Vescovo e il Sindaco si incontrano per trovare una soluzione pacifica, la popolazione si divide tra quelli che, secondo qualcuno, devono far cagare il cane e altri che “siamo tornati al medioevo”.
La parrocchia rinuncia “pro bono pacis” ma gli animi restano caldi e si annuncia la nascita di un contro-Comitato in difesa del progetto.
Questi i fatti. Per ora.
Guareschi ci avrebbe scritto un bellissimo racconto.
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