Quando ero piccola vivevo in casa coi miei nonni. Era un appartamento al quarto piano, senza ascensore.
La cucina era così piccola che a tavola non ci stavamo tutti e la nonna mangiava appoggiando il piatto sul ripiano dei mobili; c’erano solo due stanze da letto e io dormivo in camera coi miei e sul divano in sala non c’era mai posto così guardavo la televisione in bianco e nero seduta su una sedia. Eppure per me era una casa bellissima. Non ero mai sola.
E c’era il nonno Nino. Diceva che io ero il suo cestino di fiori.
Ricordo battaglie con i ferri da calza in corridoio, io che attaccavo e lui che si difendeva, e la nonna che mi insegnava a fare il mezzo punto. E poi ricordo la primavera. Perché quando arrivava maggio ce ne andavamo in campagna, nella casa dove era nato mio padre, e stavamo lì fino a novembre.
Io, la mamma, il papà e i nonni.
E il nonno Nino era nel suo regno. Maglia di lana anche ad agosto e camicia abbottonata fino all’ultimo bottone, si sedeva sui sassi davanti alla conigliera e dominava l’aia. Lui lì aveva lavorato la terra, accudito le bestie, cresciuto quattro figli. E adesso aveva me, il suo cestino di fiori.
Nella casa dei nonni non c’era il bagno e la nonna scaldava l’acqua sulla stufa a riempiva una tinozza di plastica azzurra per lavarmi.
Quella casa di sassi racchiude tutti i più bei ricordi della mia infanzia.
La mattina il nonno beveva il vino rosso nella scodella e mangiava i peperoni in pinzimonio. Metteva il sale nella tazza del latte e poi aggiungeva l’olio, mi prendeva in braccio e mangiavamo i peperoni crudi. Rossi, verdi o gialli li tagliava a strisce e pocciavamo insieme. Erano la cosa più buona del mondo.
Poi una volta, avrò avuto cinque anni, devo avere esagerato e ho vomitato un giorno intero. La nonna ha dato un sacco di nomi al nonno e la mamma, quando è tornata dal lavoro, ha messo il broncio.
I peperoni al mattino non me li han fatti mangiare più. E per protesta non li ho mangiati più in assoluto.
L’anno dopo è nata mia sorella, han fatto il bagno nuovo nella casa vecchia, han cominciato a ristrutturare il fienile per farci quattro appartamenti per la mia famiglia e quelle dei miei zii. Ma questa è un’altra storia.
Insomma, quando sono andata a fare la lista di nozze e mi han proposto il servizio da pinzimonio io non son stata capace di dire di no. Un piatto per le verdure e sei piccole ciotole decorate con verdurine colorate. Inutile dire che non l’ho usato mai.
Perché il pinzimonio si fa nella tazza del latte, si mette il sale e poi si aggiunge l’olio e si deve pocciare con qualcuno a cui si vuole molto bene, possibilmente di mattina.
sei meravigliosa lo sai??!!!
Grazie.
Cioè la cosa assurda è che ancora mi stupisco di quanto amo leggere ciò che scrivi. Sei un cestino di fiori che non sfioriscono mai.