Gli storici italiani hanno posto l’accento sull’importanza delle grandi vie, d’origine romana per lo più, che attraversano l’Italia, in particolare la Via Francigena che, attraverso le Alpi, unisce la Francia a Roma – via che i documenti di allora definiscono come «la via comunemente percorsa dai pellegrini e dai mercanti». Dalla Francia la strada prende due itinerari, uno attraverso la Svizzera e il Gran San Bernardo, l’altro attraverso Lione e il Moncenisio. Il primo passa per Aosta, Ivrea, Vercelli, Piacenza, tutte città in cui fin dall’inizio sono stati costruiti complessi templari. La seconda passa per Susa, Torino, Chieri, Asti eccetera. Anche in questo caso sono fondate case di templari, specialmente a Chieri, importante crocevia stradale. I due itinerari si riuniscono in Toscana e le città di Lucca, Firenze, San Gimignano, Siena, Grosseto sono sede di importanti commende templari. Significativamente, alcune di queste case sono costruite fuori le mura, vicino a Siena (Porta Camollia), a Lucca (Porta San Donato), a Pavia (Porta Santa Giustina). A Brescia fuori le mura, nel vicolo della Mansione (casa del Tempio), si trova la chiesa di Santa Maria del Tempio. Inoltre, ad alcune di queste case furono uniti ospedali: è il caso di quello che il vescovo di Torino Arduino di Valperga ha donato ai templari, vicino al ponte di Testora, con l’incarico di ricostruire il ponte. A Piacenza, oltre alla casa legata alla chiesa Santa Maria, il Tempio ha a sua disposizione l’ospedale della Misericordia, unito alla chiesa di Sant’Egidio.
A. Demurger, I templari. Un ordine cavalleresco cristiano nel medioevo, Garzanti 2006, pp. 157 s.